DOVE
CAZZO
SONO
LE
BOTTE
???
"Più Frazettiano!" "Uff! Posso alzare la spada?" "NO! Contrito, Frazettiano!" "Allora almeno datemi una odalisca avvinghiata alla gamba!" "Dopo! Se fai il bravo."
Ecco il primo poster ufficiale e il sito-teaser.
Il palese atto d’amore a Frazetta è meritevole di nota e ci fa ben sperare per il film laddove le foto di scena che sembravano tratte dal set di Xena ci avevano invece spaventato. Daje, dritti ad Agosto miei predoni Stigiani e valorosi Cimmeri!
Dai una volta tanto facciamo come i blog di nerd seri, che si mettono a fare fapfapfap appena c’è un rumor o una preview al Comicon.
Quest anno c’è stata la presentazione del primo girato di Lanterna Verde dopo l’indiscrezione del costume apparsa su Entertainment Weekly, una sorta di tuta interamente fatta di striscioline di speck verde con una maschera da Pulcinella, sul quale sorvoleremo fino a nuove indiscrezioni perchè non ci va di rovinarci la festa troppo presto, visto che dicono poi essere un work in progress.
Il piatto forte è stato invece il trailer ufficiale del film di Thor.
Eccovelo amici! Sbrigtaevi perchè li stanno levando via via tutti dall’internet i trailer che si trovano in giro.
A promettere bene promette bene, ci sono un sacco di ispiraziponi Kirbiane esteticamente e la scelta del Distruttore come avversario è di classe, diciamocelo, così come anche il look del Distruttore stesso (in virtù dell’estetica Kirbiana di cui sopra)… Appare anche Volstagg, roba forte no?
Asgard sembra un incrocio tra la Asgard di Kirby e la sua Nuova genesi dei New Gods, così come anche le scenografie e i costumi molto teatrali, quasi da Excalibur di John Boorman in alcuni momenti, a sottolineare l originale aspetto “shakespeariano” del pantheon creato dal Re.
Una volta tanto sono curioso di vedere la faccenda per intero e stimolato dalle trovate.
Ah si, lui è espressivo come un torsolo di pera e sembra un figurante di Xena. Ma non si può avere tutto dai.
Quanta leggerezza in questa deliziosa sigletta di 40 anni fa, nevvero cari lettori?
"Boia! Quei sei Long Island la mattina ormai li accuso, c'ho il reflusso, cazzo."
Al secondo episodio del franchising “Iron Man” e al battesimo del fuoco per la Marvel Studios, direi che il bilancio è più che positivo! Anzi, mi sbilancerei dicendo che Iron Man è il personaggio Marvel reso meglio di tutte le versioni cinematografiche, guarda un po’.
Personaggio difficile da rendere Iron Man eh, personaggio spesso mal recepito, difficile da collocare come personaggio principale e che ha avuto grandi altalene editoriali. Più facile da far star sulle palle che da far amare, dà meno problemi messo in un gruppo che da solo.
Da piccolo anche io non sapevo come prenderlo questo bellimbusto in armatura che aveva l’arroganza di poter fare tutto come fosse un Victorinox dei supereroi.
Un primo della classe vestito da scaldabagno dicevo ma c’era qualcosa che non mi tornava mica. Aveva il suo perchè quel supereroe, così datato, così “banale” se lo mettevo accanto agli innovativi supereroi Marvel, ma quale?. Mi ci volle un po’ per capirlo, come con Cap del resto, come tutti i supereroi recepiti -erroneamente- come univoci.
Ma poi lo capii, credo.
E’ un povero diavolo questo Stark, un uomo potente e solo, senza calore familiare, abituato a dover essere il migliore e con il peso di una corporazione sulle spalle sin da giovane. Uno che colma i buchi delal sua vita comperandosi i superpoteri.
Un po’ come Batman, un uomo solo alla ricerca di un perchè, di una motivazione, un utilità nel mondo che non sia solo godersi i propri soldi e fare il filantropo da gala. E in più è pure cardiopatico Stark, perchè l’handicap in casa Marvel lo gradiscono. Alla fine da figaccione indisponente mi apparve come un povero diavolo perseguitato dai suoi demoni.
Uno che non nasce eroe ma lo diventa piano piano, uno che non c’ha l’indole ma ci lavora su. Uno con tanti viziacci che cerca di redimersi. Un supereroe con superproblemi anche lui, anche se non sembra. Soprattutto è uno a cui è difficile stare vicino, uno che nasconde le sue nevorsi e debolezze dietro una facciata tracotante, indisponente, frivola e sarcastica. Uno che sbaglia.
E questo in Iron Man 2, seguendo l’ottimo solco del primo film, tutto ciò viene reso benissimo. Finalmente la Marvel ha pieno possesso dei propri personaggi e decide cosa farne senza assecondare qualche boss di Hollywood in idee cretine. Confeziona in due film una summa perfetta di tutti i temi & peculiarità del personaggio e dei suoi comprimari.
Una cosa che sono contento emerga dal film è una caratteristica dell’Iron Man di carta un po’ sottovalutata, ovvero che tra i personaggi peggiori e più perciolosi che incontra Stark ci sono si criminali e mostri temibili, ma soprattutto gli spietati squali della finanza pronti a qualsiasi cosa per il profitto e che, a diffrenza di molti super cattivi, non sono mossi da nessun ideale o indole… Gente che spesso non affronta in armatura ma attorno a un tavolo.
Abbiamo poi uno S.H.I.E.L.D e una Vedova Nera perfetti, un Warmachine ineccepibile, una Pepper Potts deliziosa quanto e più dell’originale forse, un Happy Hogan direttamente dal 1963 e soprattutto un Tony Stark da urlo. E qua e là le citazioni, più o meno nascoste, che a noi fan piacciono tanto: Whiplash che non viene neanche chiamato così perchè non ce ne è la necessità e il tempo perchè diventi un supercriminale con un identità ma noi fan sappiamo che è lui, è una cosa ganzissima così come cambiare le sue origini, trapiantarlo in Russia e farlo essere il figlio di Dinamo Cremisi (e anche questo è un regalino solo per noi veri fan visto che lo si dsume solo dal nome di suo padre, Anton Vanko), e sponsor della Roxxon Oil che sbucano e Fing Fang Foom che fa capolino e Hulk alla TV e il tanto agongato arrivo del costume da valigetta la cui assenza mi disturbò molto nel primo film, e il triangolo al centro della nella nuova armatura che cita quella nuova bianca e rossa che aveva in West Coast Avengers e tanto altro ancora fino alla fine, anzi fino alla fine dei titoli di coda e oltre e poi e poi… ‘Nuff said. Vedetevelo e aguzzate l’occhio.
Insomma un film godibile e avvincente per tutti ma che, finalmente, ci rende il merito di essere fan: ci dà quelle sfumature, quelle chicche in più per trattarci meglio dell’ultimo arrivato in sala, ci coccola e ci compiace… E ce lo meritavamo cazzo, dopo troppi film in cui i nostri beniamini sono stati storpiati da riunioni di produzione e esperti di marketing degne di Boris con trame demenziali e costumi ridicoli. La Marvel Movies mi sembra improntata a un intelligente neoclassicismo nel gestire i suoi personaggi, perchè arrivino intatti a tutti ma soprattutto consapevole del fatto che sono così belli al naturale che non hanno bisogno di stronzate per venderli meglio.
Insomma andate a vederlo perchè è unanimamente “Latverians approved” e se non vi fidate di noi, quantomeno andateci per vedere il culo di Scarlett Johansson e ascoltare la colonna sonora degli AC-DC che diamine.
Stamattina mentre andavo in ufficio mi sono fermato come al solito a fare colazione al bar di sotto.
Mentre leggevo il giornale sono stato distratto dal vociare di un bambino.
“Boom strap, ti spezzo in due! crash!”
Girandomi ho notato che tale infante stava giocando con due action figures, la prima di Hulk, la seconda di Wolverine, e stava facendo corcare di mazzate il secondo dal primo.
Caro bambino, penso che tu non lo sappia, ma stavi ricostruendo uno degli scontri tra supereroi più belli della storia del fumetto, rivisto anche in due dei what if più belli di sempre.
Mentre sorridevo guardando questa scenetta mi sono chiesto “certo che butto soldi, tempo e vista da anni a leggere giornalini a fumetti che potrebbero essere scritti guardando giocare un bambino di sei anni con due bambolotti di plastica in mano… occazzo forse è proprio per questo che li leggo?”.
Questo è un post inutile solo per dire evviva i bambini che giocano con i pupazzetti, evviva chi scrive i fumetti di Hulk e Wolverine e li fa riempire di mazzate, evviva chi legge quei fumetti e ci si diverte come un bambino di sei anni a vedere i supereroi che si disintegrano di botte.
Anche se bisogna ammetterlo, i bambini giamaicani hanno un concetto di divertimento molto più ampio: